Anche tu pareggi al 98esimo?
Arrivare all'ultimo minuto - se non in ritardo - può essere inevitabile per le persone sensibili. Anche: metterci 10 anni in più a capire le cose. Ci hai mai pensato che, oltre all'ansia, SEI DI PIU'?
Consegni sempre sul filo della scadenza? Hai problemi ad organizzarti e a centrare il risultato? O ancora: capisci cose di te (che non ti va di fare una cosa, che hai fatto una scelta sbagliata, che quel vestito era meglio di no) solo ANNI DOPO?
Oltre al perfezionismo - responsabile di queste condotte - c’è anche l’alta sensibilità. Funzionare diversamente significa compiere scelte in modalità diversa, con conseguenze in termini di consapevolezza e di tempi. Però: si può imparare a fare di meglio. Iniziando a farci caso.
Mercoledì è qui per questo: per spiegarti scientificamente la psicologia, in particolare quella delle persone sensibili. Aiutala a espandersi. Non sai quante persone ti ringrazieranno.
Si diceva, pareggiare al 98esimo. E se fosse un funzionamento, oltre che un miracolo? (occhio all’audio: c’è Caressa che urla).
Mentre guardavo la partita l’altra sera, mi sono chiesta: “E se fosse una persona, la squadra che arriva al 98esimo a fare gol?” Mi sono risposta così.
Sarebbe qualcunǝ che non si organizza, parte da lontano per una cosa tutto sommato normale e si perde nel tragitto, cercando di fare il gesto atletico sublime e sprecando una montagna di energia, quando basterebbe fare il normale;
qualcunǝ che fatica a rimanere lucidǝ in balia di emozioni complesse e di grandi aspettative;
ehi! non dimentichiamo che si tratterebbe sicuramente di qualcunǝ che ce la mette tutta, però. Come le persone altamente sensibili, l’impegno, la dedizione e il senso di responsabilità - anche per quello che fanno gli altri a equatori di distanza da noi - non manca di certo.
Sounds familiar?
Se arrivi a fare la cosa giusta quando ormai le tue forze (mentali e fisiche) sono stremate, forse sei altamente sensibile.
Vediamo insieme alcuni punti di questo funzionamento.
1. Non è che arrivi in ritardo per malizia (o perché ti piace far aspettare la gente)
Si chiama perfezionismo e fa parte dei comportamenti dettati da Ansia. Non si arriva in ritardo per farsi notare, per desiderio di essere attesǝ, o per abitudine, ma perché si è talmente ansiosǝ che l’organizzazione è saltata. Capita tutte le volte in cui non sai cosa metterti, rimugini sulla scelta fatta, ti penti all’ultimo di aver detto sì pur sapendo che non ce l’avresti fatta. E, ovviamente, punti a fare tutto alla perfezione, salvo poi accorgerti che la perfezione non esiste. Col risultato che non sei mai soddisfattǝ.
2. La consapevolezza immediata non è un tuo assett
Se sei altamente sensibile, è difficile ascoltarti, partire dai tuoi bisogni e capire che cosa pensi veramente. Non perché ti manchino idee, ma perché ci sono troppe interruzioni di frequenza. Avendo una soglia percettiva più bassa, percepisci molti più stimoli dei cosiddetti altri (di cui intercetti pensieri e aspettative, anche nei tuoi confronti) e hai bisogno di più tempo per processare le informazioni. Col risultato che hai bisogno di più tempo per scegliere rispetto agli altri. Tempo che, purtroppo, spesso non ti è concesso. Che succede allora? Che prendi una scelta all’ultimo minuto possibile, accorgendoti quando va male che non era quella giusta per te.
3. Per te non è MAI una cosa piccina - o normale
Per via dell’alta reattività emotiva unita spesso all’introversione per te una cosa raramente è “normale”. L’impegno che ci metti, la paura di sbagliare e il senso di responsabilità fanno apparire più grandi le sfide che devi compiere: per studio, per lavoro e nella vita quotidiana. Alla fine, una volta affrontata la cosa, ti capita di guardare indietro e dirti: “Tutto qui?”. Grazie: prima, non lo sapevi.
Se poi sei in un periodo di stanca - e fine giugno è uno di quei momenti, di solito - è tutto più amplificato.
Prima che una cosa diventi un’abitudine che non ti costa nulla, ci va tempo, allenamento e la tranquillità di essere in un ambiente in cui sentirti completamente a tuo agio. Tutte condizioni che richiedono tempo.
CHE SI FA, ALLORA?
Impara a dire (anche) di NO. Diciamocelo francamente: siamo statǝ cresciutǝ nella condiscendenza, dando priorità ai bisogni degli altri e nascondendo i nostri. Mercoledì suggerisce sempre un “mantra pazzo”, che però funziona: Anche a caso, dì di no. Ti accorgerai che non crolla il mondo se non ci sei a quell’evento, se non fai tutto quello che ti è stato chiesto, se dici che non sei d’accordo. In questo modo, sei sicurǝ che non arriverai all’ultimo: proprio non arriverai, preferendo fare altro.
Obbligati ad organizzarti. Se, invece, ritieni giusto e nelle tue possibilità - fisiche e mentali - fare una certa cosa: impara ad organizzarti, mettendo da parte il perfezionismo. Datti delle scadenze, chiedi a chi vive con te di aiutarti con i tempi, distribuisci le cose che puoi delegare. Le persone che ti amano saranno felici di darti una mano e vederti più serenǝ.
Prenditi tempo. Lo chiedo spesso quando faccio supervisione: Devi rispondere immediatamente? Spesso, è come se avessimo incastrata da qualche parte l’equazione domanda-risposta immediata. Dimenticandoci, invece, che fra domanda e risposta c’è sempre uno spazio, e questo spazio è un diritto. A meno che non sia questione di vita o di morte, quello spazio può essere abitato, indagato e anche allargato, se serve. Prendiamocelo ‘sto tempo.
Autorizzati a cambiare idea. Anche qui, per ragioni spesso cultural-doveristiche, siamo statǝ poco abituatǝ a pensare che è possibile cambiare idea. Che se abbiamo detto SI può diventare un NO, che un rifiuto diventa un “ci ho ripensato”. Pensare per alternative (o/o) è infinitamente più noioso che pensare per possibilità (e/e). Ho pensato X e anche Y, prima pensavo A e ora con questi nuovi dati penso B. Diamocene tante, di possibilità. Lo concedi sempre agli altri: possibile che tu non possa farlo anche per te?
Grazie per aver letto fino a qui! ;)
Per commenti, basta rispondere a questa mail – e sì, rispondo a tutte le mail.
M(ercoledì)arzia
PS: Una proposta. Ti va di andare a vedere INSIDE OUT 2, così possiamo parlarne su Instagram nei prossimi giorni?
PPS: Se ci vai con bambini, abbi cura che abbiano dai 4 anni in su e di trovare lo spazio per parlarne insieme dopo.
Dalla lettura di Mercoledì.
Fu lui, il Professor Antinori, con i suoi modi scostanti e i baffi da colonnello inglese, a decidere che non bastava infliggermi l’umiliazione della piratesca benda all’occhio sano (motivo di ilarità per i miei spiritosi compagni di classe). Affinché la tortura riservata al piccolo guercio fosse esemplare bisognava chiuderlo nel bugigattolo attiguo alla sala delle visite; mollarlo lì, di fronte a uno strumento sul cui schermo imperversava un’elica fosforescente. (…)
Poteva accadere che la tenera età, l’ora postprandiale e soprattutto l’asettica penombra dello stanzino in cui ero stato rinchiuso favorissero il graduale intorpidimento di membra e cervello. E’ allora che il Professor Antinori giustificava l’astronomico onorario corrispostogli. Malgrado non potesse vedermi - impegnato com’era con altri pazienti nella stanza accanto - appena mi assopivo abbandonando al suo destino la maledetta elica, lui mi richiamava all’ordine con un stentoreo “CREEETIIINOOO!” che squarciava l’appartamento. Tale ingiuria aveva il pregio di rimettermi in moto, come le poderose manate che riavviavano le lavatrici di mio padre. (…)
Chissà che non debba al Professor Antinori, e a tanti suoi pari, il sospetto che tuttora mi affligge di essere un individuo maldestro, manchevole e ridicolo. Rimestando nel calderone della memoria, stento a trovare un sola circostanza in cui, entrando in un luogo pubblico, io non abbia avvertito gli occhi degli astanti volgersi a me smaniosi di deridermi o, ancor peggio, di giudicarmi. (…) Ancora oggi che i peli bianchi hanno divorato la barba rossiccia e l’orgoglio virile si è di colpo attenuato, se per strada sento qualcuno ridere non ho dubbi su quale sia lo spassoso oggetto d’ilarità.
Alessandro Piperno, Di chi è la colpa, pp. 59-60
Grazie Mercoledì, una benedizione in questo caldo venerdì d'estate!