Breaking news, breaking hearts
EDIZIONE SPECIALE: Come sopravvivere a tutte queste brutte notizie. Da altamente sensibili.
Sgrunt. Alla sua prima edizione speciale, Mercoledì avrebbe certamente voluto parlar d’altro: non di come gestire le terribili notizie di questi giorni. Due guerre vicine piene di massacri, terrorismo e spread. Eppure.
Quali sono le attenzioni che occorre avere in questi giorni come persone altamente sensibili - ma anche come persone che vorrebbero continuare a dormire? In entrambi i casi, infatti: se non siamo lucidǝ e centratǝ non siamo sicuramente di alcuna utilità al mondo, qualsiasi cosa si faccia.
WARNING ALERT: Qui non pensiamo che saper gestire le brutte notizie significhi darsi alla fuga, fare quelli che non si informano, o, peggio, i finti tonti. Semplicemente qualche attenzione può aiutarci a gestire la nostra alta sensibilità in un periodo così doloroso e angosciante.
Cosa ci succede di fronte alle brutte notizie?
Avendo più neuroni specchio degli altri, ciò che percepiamo e il dolore degli altri ci attiva di più, a livello neurofisiologico. Che poi si traduce in sensazioni di allarme più “acute”.
Il nostro funzionamento ci fa percepire molti più elementi rispetto a quanto vedono gli altri. Ad esempio, in una notizia, cogliamo le connessioni con altri eventi, sappiamo prevederne gli sviluppi e intuirne le ricadute.
I molti stimoli implicati nelle (brutte) notizie ci fanno andare in sovra-stimolazione più in fretta degli altri. Ci stanchiamo di più, impieghiamo più energia (fisica e mentale), esauriamo più in fretta le nostre risorse.
Può diminuire la qualità del sonno e la tolleranza agli stimoli ambientali. Può capitare di “andare in crisi” per questioni su cui non abbiamo mai fatto un plissé. Si chiama over-arousal.
Over-arousal da brutte notizie
L’over-arousal [OA] è uno stato di attivazione più acuto rispetto alle altre persone dovuto principalmente a fattori genetici. Capita quando siamo troppo (o troppo poco) stimolatǝ.
Può capitare anche in situazioni in cui abbiamo già vissuto un “micro-trauma”.
Senza pensare alle tragedie, i micro-traumi sono tutte quelle volte in cui il risultato di un’interazione è stata una qualche rottura per noi: siamo statǝ inaspettatamente fraintesǝ, ad esempio, o qualcuno ha commentato in malo modo ciò che noi avevamo detto. O ancora, quando il trauma ce lo siamo creatǝ da solǝ. Tipo: reazioni esagerate, che a cascata ci mandano in crisi, per poi dare il via ad altri comportamenti poco adeguati. Insomma, il famoso cane che si morde la coda.
Se, poi, siamo parte di una *comunità minoritaria* è ancor più frequente che i micro-traumi avvengano perché siamo meno protettǝ degli altri e più espostǝ alla discriminazione.
Facciamo ordine.
Alcune reazioni da OA da brutte notizie potrebbero essere: mal di testa persistente (a proposito: Corrado we feel you), stanchezza, pianti incontrollati, nervosismo e difficoltà a controllare gli impulsi, reazioni di rabbia e aggressività “improvvise”.
Abbiamo bisogno di processare. Questo può richiedere lunghi momenti di silenzio, cucinare intensamente con la musica classica in sottofondo, uscire a fare una lunga camminata. E’ tutto ok, stiamo SOLO processando molti più stimoli rispetto ad una persona non altamente sensibile.
Rischiamo l’ossessività: quando le cose ci importano, di solito non riusciamo a controllare l’impulso di saperne di più. Un po’ perché siamo ad alto funzionamento (ovvero: siamo intelligenti e vogliamo capire-capire-capire), un po’ perché la tendenza ad andare in profondità ha i suoi lati oscuri. Lo scriveva nel ‘75 Pietro Citati.
"Quando troppi fatti ci assalgono gridando e pretendendo di essere compresi, la nostra mente viene sopraffatta e ferita. Talvolta, ne basta uno solo.
Appena svegli, apriamo il giornale: in quelle colonne di piombo, qualcosa ci colpisce e si insinua nella mente emanando un terribile fascino, si impadronisce a poco a poco di lei, tinge i pensieri col proprio colore grigio e funereo; o espelle tutti gli altri pensieri, fino a dominare incontrastato sopra il nostro cervello, agitando la nera bandiera dell’ossessione.
Di lì, ci guarda con i suoi freddi occhi di Medusa e trasforma la nostra vita.
Tutto ciò che conosciamo e amiamo diventa una raccolta di notizie. (…)
Così, siamo prigionieri e schiavi delle notizie: senza passato alle spalle e futuro davanti a noi: amputati di ogni altra dimensione che non sia il presente in cui viviamo, come un tronco umano senza braccia nè gambe: mutilati, e spesso felici di esserlo".
Pietro Citati, Malati di notizie, L’armonia del mondo, 1975
Come se ne esce?
Più scritte, meno video. Preferisci i giornali cartacei in questo periodo. Distilla tv e social, o escludili per qualche tempo. Potresti imbatterti in video che per il tuo funzionamento neurofisiologico sono di troppo impatto. Intendiamoci: non dobbiamo fuggire dalla realtà. Possiamo rimanere informatǝ senza essere sopraffattǝ da tutta questa sofferenza.
Newsletter anziché scrolling. Qualche esempio: Eurotopics. Arriva a mezzogiorno e raccoglie i principali quotidiani europei sui temi del giorno. Nightreview, la newsletter di NR Edizioni, esce ogni sabato mattina e linka articoli più densi e riflessioni maturate a partire dagli eventi della settimana. Poi c’è Ultraviolet di Ester Viola, che commenta con sagacia il periodo che stiamo vivendo.
Difendi la tua routine serale. Può non valere per tuttǝ, ma in generale chi mangia presto e leggero, spegne il pc e non usa il cellulare per almeno un’ora prima di andare a dormire funziona meglio la sera. Quale che siano le tue preferenze, costruisciti una routine che abbia spazi vuoti, di decompressione e di elaborazione di quello che sta succedendo. E difendila dalle distrazioni o dalle esigenze degli altri.
Le rassicurazioni non funzionano. Non si tratta di un problema di autostima, ma, ripetiamo insieme, di over-arousal. Quindi, non è che se mi dici “stai tranquilla” funziona. Anzi: al posto tranquillizzarmi, alla sovrastimolazione si aggiunge la sensazione di non essere capitǝ. E, in qualche caso, anche il fastidio di essere infantilizzatǝ: “Cosa sono questi capricci?”.
Accetta alternative sostenibili. Le tue abitudini possono essere diverse da quelle degli altri. E va bene così. Può funzionare non guardare la tv o fare una chiacchierata su quello che succede con un amico per volta anziché in una riunione di gruppo. Impara ad accettare (e a far accettare) questo funzionamento divergente, senza abdicare alle responsabilità e al rispetto degli altri, ovvio.
Se poi tutto questo non funzionasse, per distrarti da te stessǝ, puoi:
contemplare ramen ipnotici. Rilassa.
ascoltare il rumore di Parigi, Londra e New York.
perderti nella Bloom Dance (2020) di Yutaka Kitamura o nel video-racconto tutto in feltro di Dial Tone (2023) di Cole Montminy, girato per la sua tesi di laurea.
scaricare modellini di carta da montare. Gratis.
trovare per ogni città del mondo il personaggio più conosciuto.
rivedere la gravità dei tuoi problemi alla luce delle ultime disfatte terrestri. Quanti giorni sono passati dall’ultimo terremoto sulla terra?
sfogliare un libro di illustrazioni di gattini carini.
Grazie per aver letto fino a qui! ;)
Aspetto i tuoi tips su come gestisci questo periodo di brutte notizie. Facciamoci forza insieme, che lo sai quella cosa del dolore condiviso.
M(ercoledì)arzia
Dalla lettura di Mercoledì.
Se volete salvarvi e salvare insieme a voi il vostro presente, il vostro futuro e quello di tutti, allontanatevi in punta di piedi dalle luci troppo violente dell’oggi. Non ascoltate mai il telegiornale: cade durante le ore del pranzo e potrebbe guastarvelo. Comprate soltanto un giornale, perché con un minimo sforzo di fantasia potrete immaginare tutti gli altri. Non leggetelo la mattina, quando le vostre forze ancora vigorose debbono inoltrarsi gioiosamente nel tempo, ma verso sera: o la sera dell’indomani, quando molti fatti vi sembreranno già morti, più vecchi di quelli che potreste leggere in un foglio di cent’anni fa. Cercate di abitare nella vostra casa come se abitaste nella tenda di un nomade: cercate di possedere come se non possedeste: lasciate cadere il succo delle vostre letture nel pozzo fruttuoso della dimenticanza; cancellate dalla vostra mente i pensieri che vi rendono ansiosi, perché soltanto una mente leggera può conoscere quella parte di felicità concessa ad ognuno dal caso, o dal “piccolo Dio, che ha creato qualcosa di tanto soave come le piante e gli alberi”. Fate il vuoto attorno a voi, anche se vi chiameranno freddi ed egoisti. Come diceva un saggio: “Siate grati a chi non vi saluta quando vi incontra e a chi non chiede vostre notizie quando siete malato. Appena giunge la notte, siate felici della solitudine attorno a voi: felici di non vedere i visi degli uomini, felici di non udire le loro parole”.
Pietro Citati, Malati di notizie, L’armonia del mondo, 1975