Il magico potere del ROSICO
Cosa c'è di buono quando rosichi, e cosa succede quando, invece, smetti di farlo.
Quindici anni son passati da quando Marie Kondo pubblicava il libro sul magico potere del riordino, aprendo la strada a tutti quelli che fanno…come si dice? decluttering, giusto. Quindici anni a insegnarci quanta energia si liberi da armadi e scaffali, sistemando con maggior logica la nostra vita intera. E’ stato utilissimo, grazie cara. C’è un’altra attività, però - molto più diffusa - che al medesimo modo può aiutarci a mettere a posto le cose. Quella che fa chi rosica.
Forse non è così magica come ringraziare le t-shirt prima di buttarle o sistemare le librerie per colore di copertina, eppure, se ben indirizzata, l’attività di rosicare può aiutarti a sistemare un paio di cose importanti, nella tua vita psicologica e materiale.
In questa newsletter:
ti spiego perché rosicare non è ruminare;
ti racconto i quattro poteri nascosti del rosicare;
analizzo perché rosicare è rivelatore - ti aiuta a capire che cosa ti interessa davvero e ti palesa perché tu ce l’abbia con una specifica categoria di persone;
ti regalo indicazioni pratiche su come usare l’arte di rosicare e liberare chi ti sta attorno.
Rosico ergo sum
Primo: lo facciamo tutti.
Secondo: rosicare è tante cose messe assieme.
E’ sia quando non ce la fai e accumuli risentimento per qualcosa di accaduto in passato (mi rosico le mani), sia quando invidi qualcuno per qualcosa che vorresti avere o fare tu.
A differenza dell’invidia, però, chi rosica di solito lo fa bonariamente e, che ne sia consapevole o meno, platealmente, accettando di fatto ciò che ne consegue. “Ma che stai a rosica’?” ti chiede prima o poi qualcuno, di solito nato e cresciuto sotto al Rubicone.
FUN FACT: ne parlava già Leopardi, quando scrive: per “rosico” non si tratta di corrosione ma di prurito (Fonte).
Sì, perché “la rosicata” - l’occasione persa, altro significato dell’espressione - si accompagna al fastidioso “prurito mentale” che in linguaggio psicologico può essere accostato alla ruminazione (anche se non è proprio la stessa cosa).
La ruminazione è una forma di pensiero persistente, circolare e depressivo, che rivolge la propria attenzione al fatto di avere un umore negativo, ai sintomi di tale condizione, alle cause, ai significati e alle conseguenze. Le tematiche sono solitamente orientate al passato, come perdite o fallimenti personali, situazioni stressanti vissute ed altri accadimenti negativi, che vengono analizzate in uno sforzo cognitivo di ricerca delle possibili cause e conseguenze (Fonte)
Terzo: di solito, non ne andiamo fieri, di rosicare.
Non è che ce ne vergogniamo, ma quasi.
Eppure, rosicare ha i suoi poteri nascosti.
I 4 poteri del ROSICO
Ti costringe a fermarti e riflettere.
Quando rosichi, infatti, è come se facessi una fotografia di quella cosa o situazione che “invidi”, attuale o passata.
Il nuovo amore di un tuo ex?
La collega che è riuscita a perdere quei 10 kili dopo il parto?
La capa più giovane che avresti voluto essere tu?
Insomma, rosicare ti rivela una cosa che avresti voluto per te e che, di solito, non ti sei data spazio per riconoscere come realmente importante.
In ogni caso, di solito è il tuo corpo a parlare, quando rosichi.
C’è chi lo sente in pancia, nelle mani, nei gomiti.
Se rosichi, poi, è perché qualcosa è andato storto in passato.
Hai fatto qualche scelta azzardata?
Un errore grossolano?
Ti sei persa qualcuno per strada?
(…)
Sinceramente? Li abbiamo fatti tutti.
Quel che è certo, però, è che la persona psicologicamente matura ammette gli errori del passato, per poter andare avanti e usarli in una qualche maniera.
Non si racconta frottole e, se rosica, ammette di rosicare.
C’è poi un ultimo fondamentale potere rivelatorio.
Chi ti fa rosicare é perché …
Ha una caratteristica, qualità o cosa che sai di possedere anche tu, da qualche parte - ma che, al momento, è spenta.
Al contrario, chi ha qualcosa di importante o invidiabile ma che non ti appartiene ti lascia indifferente.
Quando rosichi é perché non stai usando qualcosa. Obiettivi che sai di poter raggiungere se ti impegnassi di più, qualità che senti intimamente tue, qualcosa che sai di poter dare ma che al momento non riesci a raggiungere perché hai paura.
Rosichi solo se c’è qualcosa di veramente tuo in gioco.
Bene, e ora che si fa?
COSA FARE PER SMETTERE DI ROSICARE
E per accendere le tue qualità sopite.
Se smetti di rosicare, liberi tutti quelli che ti stanno attorno - e che di solito non ne possono più (ma sono così gentili da non dirtelo così esplicitamente).
La gente non ti irrita più. O, più precisamente, chi ha le tue qualità accese non ti ferisce più come prima perché finalmente riconosci a te stesso lo spazio per agire con coraggio e talento - i tuoi, quelli che hai solo tu.
Vivi con coraggio le tue qualità. Anche quelle che ti sembrano più scomode, meno raccontabili. Se rosichi quando vedi gli altri metterle in gioco, é perché sono ancora disponibili ad essere usate. Corri a tirarle fuori e usale in qualche modo. Non potrà venirne fuori niente di male.
Ricorda: il contrario della paura è il coraggio.
Lo dice pure Lady Gaga quando, nel suo ultimo singolo - super gotico - ad un certo punto, fa cantare la Morte che dice: “Don't waste time on a feelin', Use your passion, no return”, contrapponendo il rosicamento (un sentimento momentaneo, un feeling) alla vocazione (questione piuttosto duratura, intesa come passion). In questo video una versione meno dark, bellissima.
Ecco, per oggi ho finito. Buon Primo Maggio.
Grazie per aver letto fino a qui! ;)
Per commenti, basta rispondere a questa mail – e sì, rispondo a tutte le mail.
M(ercoledì)arzia
Dalla lettura di Mercoledì.
In questo eterno presente ci è stato detto che fermarci sarebbe stato deleterio e allora abbiamo corso come matti, abbiamo preso tutto, mangiato ogni possibilità, bevuto ogni bugia, mossi da un desiderio frenetico di trame eterne e leggendarie.
Poi, una volta che ci siamo fermati, perlopiù soli o con in mano scelte fatte più per convenienza che per reale convinzione, il tempo, che intanto ci ha segnato il viso con solchi profondi, ci ha presentato il conto.
E così abbiamo rimpianto di non aver scelto quello che volevamo davvero. Di non aver festeggiato ogni istante di un amore, per esempio, mentre eravamo impegnati a escogitare nuovi scaltri modi per sfuggirli.
Camilla Ronzullo (Zelda was a writer), I no che non dici agli altri sono quelli che imponi a te stessa, 2023, p. 68