Perché Sanremo é Sanremo?
Eva e Mario, Anni 30: i fiori di Sanremo si devono a loro. A Morgan e Bugo, ai Jalisse, e a tutti gli altri, si devono altre lezioni su come funzionano le relazioni.
Potrebbe sembrarti che Mercoledì ha cambiato mestiere: abbi fiducia. Partiamo da Sanremo e dai suoi fiori per arrivare a Bugo & Morgan. Il Festival - se lo leggiamo con uno sguardo psicologico - ci racconta come stare insieme in tempi difficili.
Sanremo ha avuto la prima stazione di Floricoltura d’Italia per merito di una coppia eccezionale di co-direttori. Lei: Eva Mameli, matematica e botanica. Ha scoperto piante, inventato tipi di garofani e rose, e sensibilizzato al rispetto degli animali in Italia. Lui: Mario Calvino, agronomo dallo spirito avventuriero.
Mario pratico, Eva accademica, prima donna a studiare in un liceo in Sardegna. Lui finisce in Messico e poi a Cuba perché - pare - avesse dato il suo passaporto ad un fuggiasco russo che poi finì impiccato. Lei, rigorosa catalogatrice, prima donna a entrare nei laboratori di Pavia, che a quel tempo erano tipo il MIT. Insieme hanno: 1) “inventato” i fiori recisi, avviando il Mercato dei Fiori di Sanremo; 2) portato in Italia l’avocado; 3) costruito riviste, scritto libri, e combattuto molte battaglie.
Bene. ORA SAI PERCHE’ A SANREMO CI SONO TUTTI QUESTI FIORI.
Forse non sai che i due - senza saperlo - ci hanno dato qualche altra importante lezione su come far funzionare una relazione.

Cosa ci insegna questa coppia di Sanremo?
STIMARSI. I due si conoscono perché Mario legge le pubblicazioni di Eva, le scrive e inizia una corrispondenza che durerà mesi. Lui la stima, trova che non aveva mai conosciuto una persona che sapesse vedere - e risolvere - gli stessi problemi che vedeva lui.
AVERE UN PROGETTO. Al netto dei tempi e dei costumi di inizio Novecento, i due durano perché hanno un progetto comune: la loro stazione sperimentale, la crescita di nuovi giardini, la sperimentazione di nuove tecniche e ibridazioni. Si amano attraverso le cose che fanno. Non si accontentano di “viversi” e basta.
LA RELAZIONE E’ UN TERZO. Questo non penso lo sapessero, ma quando si dura come coppia felice è perché si riesce a venir fuori dai problemi guardando alla coppia. Il terzo fra le due persone. E’ più facile dirsi: “Sto facendo questo per la mia relazione”. Anziché dire: lo faccio per lui, lei, loro. La relazione, il terzo, finalizza. Una psicologa bolognese con cui mi sono formata sulle tecniche di disegno simbolico - Vanna Puviani - disse, un giorno: Immaginate la vostra relazione come una creatura. Verrà tutto più facile.
Dimenticavo: questa coppia ci ha dato Italo e Floriano, scrittore e geologo. Floriano non so, ma Italo di spunti a partire da Sanremo ce ne ha dati parecchi.
Ora: con un salto carpiato, tuffiamoci nella realtà di questi giorni di fiori, musica e tv fino a tardi.
Sanremo e le coppie: cosa ci insegnano?
I Jalisse: MAI MOLLARE. Ogni anno puntualmente, vengono rifiutati a Sanremo. E ogni anno, ritentano. Si chiama tigna di coppia. Aiuta.
Mahmood & Blanco: PIACERSI. Tra le 1000 cose che ci hanno mostrato - amicizia, convivenza degli opposti, tenerezza e complicità liberatoria fra uomini - c’è che i due si piacevano. Ho letto da qualche parte, in merito alla collaborazione scientifica, che la miglior formula perché una collaborazione abbia successo è l’AFFINITA’. Non si può fare qualcosa insieme senza piacersi. Anche se si condividono i migliori presupposti.
Amadeus & Fiorello: STAI ANDANDO ALLA GRANDE. Ieri sera, non so se ci hai fatto caso, ogni volta che Fiorello interveniva, il primo commento era rivolto all’amico: “Stai andando fortissimo!”, “Grande!”. Una bella lezione, no? Prima di dire il tuo, ricordati di celebrare ciò che l’altro ha fatto.
“I figli di”: CHE CORAGGIO.
E’ il 1989. Alla tv vedo questi 4 ragazzi, totalmente incapacy. Fanno gaffes, sbagliano i cognomi, non azzeccano i tempi della tv, non sono minimamente sintonizzati fra di loro. Un disastro.
Ci va coraggio a presentarsi esponendo le proprie vulnerabilità, sapendo che tutti il giorno dopo ti prenderanno in giro. Saranno stati consapevoli? Chi lo sa. Però ci hanno provato. E provarci e riprovarci, che sappia io, è un buon elemento di successo.
Morgan & Bugo: GIA’ SAI CHE NON FUNZIONERA’. Ci sono coppie nelle quali stiamo (o siamo statǝ in passato) che sapevamo fin dall’inizio che non avrebbero funzionato. Eppure. Ci si sbatte la faccia, quello si gira e se ne va, hai voglia a cercarlo dietro le quinte. Avviso agli amici ed amiche: quando torneremo da voi, per favore, non diteci: “Te l’avevo detto”. Non aiuta: anche se lo sapevamo già, sbattere il naso è sempre doloroso.
Grignani & Arisa: ABBIAMO FATTO UN CASINO. La forza sfrontata e spiritosa, ingenua e psicopatologicamente rilevante ci ricorda che nessuno di noi può dirsi in equilibrio, né in coppia né - tantomeno - da solǝ. La follia, il malessere, il non riuscire a prendere gli ascensori possono capitare da un momento all’altro. Nessunǝ di noi è risoltǝ. Le coppie che si divertono, però, si riconoscono. Guardano quello che hanno combinato e si dicono, ridacchiando: “Abbiamo fatto un casino”.
I Ricchi e Poveri: INFIOCCHETTIAMOCY. Erano in quattro, ora sono in due. Hanno primavere sulle spalle e aneddoti agrodolci. Ci ricordano che celebrarsi non guasta mai, soprattutto per chi sopravvive.
Grazie per aver letto fino a qui! ;)
Per commenti, basta rispondere a questa mail – e sì, rispondo a tutte le mail. Buon Sanremo!
M(ercoledì)arzia
Dalla lettura di Mercoledì.
Non puoi predire come si comporterà l’altro in una relazione. Puoi valutare il rischio, andarci piano, prendere delle decisioni sensate rispetto a chi dare fiducia e lasciar entrare nella tua esistenza e nel tuo cuore. Ma non puoi gestire le variabili riottose di un altro essere umano senziente. Scegliere di amare è prendersi un rischio. Sempre. Per questo si dice che l’amore è cieco, quindi puoi pure dotarti di bussola e mappa ma non servirà a molto.
Dolly Alderton, Tutto quello che so sull’amore, 2018, p. 332
Che bella questa riflessione! Grazie per unire sempre tanti punti nella realtà fuori e quindi anche dentro di noi.