E se fossi TU, quest'anno, la persona che stai cercando?
Passi la vita a cercare altra gente. E se, invece, quest'anno, imparassi a conoscere i meccanismi di difesa che ti spingono a cercare altrove? Rischi di innamorarti della persona giusta, stavolta
Come chiunque, passi la vita anche tu a cercare l’anima gemella, mentori che possano ispirarti, punti di vista alternativi. E se, invece, ribaltassi la prospettiva e capissi, in fondo, che sei tu ciò che cerchi? A lavoro, l’amicǝ più fidatǝ, quella persona con cui ridere fino a notte dei guai che ti capitano?
Non è per stupirti: c’è una teoria, quella sui meccanismi di difesa, che ce lo suggerisce e che può aiutare a capire come le cose che cerchiamo negli altri sono quelle che servono, in qualche modo, a te come a chiunque, per risolvere la tua storia.
In questa newsletter:
ti parlo di un meccanismo di difesa che c’entra con ciò che cerchiamo negli altri - cose di Freud attualizzate;
analizzo alcuni episodi in cui cercavo e mi sono trovata - come persona e come esempio - per darti l’idea di cosa stiamo parlando;
introduco il tema della scelta - e di quanto è difficile scegliere per le persone altamente sensibili;
ti lascio un esercizio per capire come vuoi essere ricordatǝ - credimi: aiuta.
Cercare un altrǝ non è “solo” scegliere chi ci piace. E’ innamorarsi SEMPRE. Essere attrattǝ da un progetto, un modo di fare, uno sguardo specifico. Mica ci innamoriamo di chiunque, qui.
Ci si innamora - anche - per l’idea di te che rimanda quell’incontro.
Ora: non voglio fare qui un trattato di relazioni amorose - anche se ti darò qualche testo per approfondire. Voglio parlarti, invece, di paure e difese che sono connesse all’innamoramento. E del ruolo che le scelte hanno in tutto questo. Perché, spesso, ci innamoriamo di chi vorremmo essere noi stessз. (Il che non sminuisce minimamente il valore di questo processo, sia chiaro)
Quando proietti
Pensa all’ultima volta che ti sei innamoratǝ - di una persona, di un progetto, di una sensazione. Che cosa ti ha colpito?
Ecco, molto di quello che hai risposto potrebbe avere a che fare con quello che proietti tu, nel mondo. Parlo di una cosa tecnica, un meccanismo di difesa - che, indipendentemente dalle teorie di riferimento, non è ancora stato superato (Fonte). Ti faccio un paio di esempi che non c’entrano nulla con l’innamoramento, per poi tornare a tema.
Hai presente quando qualcuno, a tavola, chiede: “Hai sete?” o “Prendi tu l’ultima fetta di torta?”.
Siamo di fronte a persone che proiettano, di solito. Ovviamente, senza saperlo.
Anziché dire, queste persone: “Signori, IO ho sete”, “Come vorrei prendere IO quell’ultima fetta” offrono la possibilità ad altrз. Si chiama proiezione.
E’ un modo di funzionare inconsapevole che fa sì che un contenuto - di pensiero o emotivo, in qualche modo problematico - venga attribuito ad altrз.
Un altro paio di esempi più complessi.
Dire o pensare: “Ti vedo arrabbiatǝ”, quando, in realtà, sono IO arrabbiatǝ con te - ma per qualche ragione non riesco a riconoscerlo. (Proiezione della rabbia fuori di sé come emozione considerata ingestibile internamente)
O, ancora: “Sai, mi piace un sacco quel taglio di capelli”. Sottotesto: Cacchio, vorrei farlo anch’io, ma per qualche ragione non ne ho coraggio. (Proiezione di un desiderio sentito incompatibile con tutto il resto, magari per via di un senso di coerenza di sé molto rigido)
E’ un meccanismo che può essere adattivo o problematico: dipende da come lo si usa. Certo, è attivo anche quando ti innamori.
In quel caso, proietti caratteristiche che ti piacciono, o che senti tue ma per qualche ragione non riconosci, nell’altrǝ. Ognuno di noi è tirato da fili invisibili verso la propria storia più intima.
Perché proiettiamo, dunque?
Intanto, perché nessuno di noi ha ancora imparato a non farlo. Anzi, è vitale avere dei meccanismi di difesa per tollerare quello che ci accade, secondo la psicoanalisi. Li conosciamo talmente bene che sono entrati nel lessico quotidiano.
“Rimuovere” un’informazione - meccanismo della rimozione o diniego in cui si “scordano” parti di sé o contenuti considerati inconsciamente intollerabili.
“Avere le fette di salame sugli occhi” - meccanismo dell’idealizzazione per il quale si spostano su altre persone caratteristiche considerate desiderabili, uniche e speciali - anche di se stessз -, ma non necessariamente in contatto con la realtà.
Spesso li usiamo perché costa tanta fatica assumersi la responsabilità psicologica dei desideri più profondi e delle emozioni problematiche. Che non vuol dire brutte e cattive, ma diverse dalle aspettative e dalle abitudini, ad esempio.
E amare qualcosa o qualcuno é un’esperienza profondamente perturbante, non giriamoci intorno. Ti obbliga a entrare in conflitto con chi eri un attimo prima, ti svirgola le giornate e spalanca le contraddizioni (o fa diventare evidenti quelle che avevi già). Cambia le priorità - che nemmeno te ne sei accortǝ.
Chiama a fare delle scelte.
E scegliere è una parola-chiave, specialmente a gennaio. Ecco perché vale la pena allenarsi a farlo.
Ad esempio.
Se scegliessi di innamorarti di TE?
In altre parole: se smettessi di proiettare su altrз i tuoi desideri di rinnovamento, di amore e di comprensione e ti concentrassi su di te? Il che non vuol dire mettere da parte il resto del mondo, farti una vacanza, o immergerti in pratiche di self-care. (Non che faccia male, ma il discorso è un altro)
Significa sceglierti. Così come sei, ma soprattutto come potresti essere se ti ascoltassi un pochino di più.
Ti racconto come ho fatto io, se può aiutare.
Penso di averlo capito dopo l'ennesima volta in cui sono andata a cercare persone che mi illuminassero sul lavoro. Salvo poi, puntualmente, esserne delusa (dopo l'idealizzazione, può accadere di svalutare: altro meccanismo di difesa). Ho iniziato allora a chiedermi che cosa stessi cercando. Forse, mi sono detta, se volevo "attrarre" quel tipo di persone o progetti, non ero io che dovevo diventare quella cosa lì? ll "capo" che volevo. L'amica che desideravo e che potevo iniziare ad essere per prima. Un buon mentore. Non so se ci sono riuscita, ma è stato liberatorio - per me e per gli altrз, per quanto ne so - diventare quello che andavo cercando.
Ora tocca a te.
Eccoti servitǝ un bell’esercizio da primi di gennaio.
Immagina di essere al tuo funerale. [Sì, il morto sei tu e prima o poi questa cosa accadrà, immagino che tu lo sappia]
Bene, ora immagina di vedere un crocchio di persone che parlano tra di loro, di TE. Che cosa vorresti che queste persone dicessero? Come vorresti essere ricordatǝ? Come, in particolare, vorresti essere descrittǝ da loro?
Ah, _____________(tuo nome, ovvio), era davvero una persona…
SCRIVI I PRIMI 3 AGGETTIVI SU DI TE CHE TI VENGONO IN MENTE.
*Fine dell’esercizio. Scriviti da qualche parte i 3 aggettivi che hai scelto*
Al fondo di questa newsletter ti spiego che significato hanno e cosa ti rivelano.
BONUS TRACK - Tutto questo declinato per persone altamente sensibili
Perché per le persone altamente sensibili è così difficile innamorarsi di se stesse, almeno un poco? E perché é così difficile scegliere?
Intanto, perché l’alta sensibilità ha come correlato negativo la vulnerabilità all’overstimulation e all’esaurimento, caratteristiche difficili da gestire senza adeguata conoscenza e consapevolezza - ne abbiamo parlato in questa puntata pre-natalizia.
Quando vorresti solo intenerire le stelle
Sono state settimane intense - se non per tuttǝ, sicuramente per chi scrive. Quanti stimoli.
Diventa poi oggettivamente più difficile innamorarsi di sé quando si ha un funzionamento più complicato della media, e poco conosciuto in giro - se non apertamente stigmatizzato. Siamo poco informatǝ, al contrario, su tutte le caratteristiche positive che ha questo tratto: aumento della percezione, responsività agli stimoli positivi, grande spettro emotivo, attenzione ai dettagli.
Altro fattore critico?
La fatica di scegliere. E’ stato rilevato che le persone altamente sensibili hanno processi decisionali più lunghi della media - sono meno impulsive ma anche prendono con meno agio le decisioni, con il risultato di viversi male le scelte.
In un nostro recente studio preliminare su studenti universitari (eccolo qui!), abbiamo visto come uno dei fattori chiave di questa lentezza decisionale è la capacità analitica. Siccome gli stimoli raccolti sono più numerosi e le analisi maggiormente approfondite, abbiamo più materiale da elaborare - con il rischio di perderci nelle scelte. Anche nelle scelte d’amore.
Tutto questo per dirti che:
I meccanismi di difesa servono per campare - aiutano a gestire paure, ad affrontare il conflitto o l’angoscia. Alcuni di questi, però, possono essere disfunzionali. Se ne conosci il funzionamento, puoi magari provare a dirti di che cosa hai paura - e provare ad affrontare il mondo.
Se smetti di cercare qualcun’altrǝ, magari sei sulla strada buona per trovare te stessǝ.
Se non trovi chi ti piace - il che è possibile in specifici momenti della tua storia - fai sempre in tempo a diventare tu ciò che cerchi.
Se stai bene così come stai, chiediti comunque come funzioni in termini di proiezioni e di scelte, perché di sicuro ne viene fuori qualcosa di interessante. Almeno: non assilli la gente con cose che dovresti iniziare a chiedere a te stessǝ.
+
Se non sai cosa vuoi, o fai fatica a scegliere - che è un muscolo che si allena con il lavoro su di sé - rispondi a questa mail. A breve, partirà un corso sull’allenamento a scegliere! NON VEDO L’ORA!!!
Come promesso, qualche libro a tema: da sinistra a destra per accessibilità e facilità di lettura.
Grazie per aver letto fino a qui!! ;)
M(ercoledì)arzia
*Ah già: i 3 aggettivi che hai scelto per descrivere come vorresti essere ricordatǝ. Sono i tuoi 3 valori-guida. (Ad esempio: voglio essere ricordatǝ come una persona generosa = valore-guida della generosità). E’ un modo per avere contezza di ciò che orienta la tua ricerca. Seguili: sono quelli che ti aiutano a capire meglio chi cerchi nel mondo. E, di solito, quella persona sei tu.*
Non c’è di che.
Dalla lettura di Mercoledì.
Ciò che accomuna i semi, a prescindere dalla tipologia, è che possiedono tutto il necessario al loro interno. Fin dal principio. A vederli possono apparire senza peso, ma si può star certi che dentro hanno un cuore che pulsa ogni cosa che può essere utile in futuro. Le persone sono semi. Ognuna ha dentro di sé tutto ciò di cui avrà bisogno al momento opportuno, il suo vero destino già sedimentato nell’intimo. Non importa quanto tempo ci vuole: il momento della crescita, alla fine, arriva.
Lorenza Gentile, Le cose che ci salvano, 2023, p. 296