Quale consapevolezza
Mercoledì #1 - E come capirci qualcosa in mezzo a tutta questa sensibilità.
Questa è la prima newsletter di Mercoledì. Potrebbe non funzionare proprio tutto: nel caso, porta pazienza, se puoi ;)
Per la sua prima newsletter, Mercoledì si interroga su alta sensibilità e consapevolezza di sé, auto-aiuto, e crescita personale, chiedendosi: Come si può fare un percorso di consapevolezza - da soli o accompagnati - rispettando la propria alta sensibilità?
A casa mia, sono sempre girati libri di self-help. Ora, io ero piccina: non ricordo i titoli esatti, ma la sensazione di grande impaccio, quella sì. Se da una parte l’attrazione era incontrollabile - era tutto un punto esclamativo, le scritte erano grandi e gli autori avevano nomi esotici - dall’altra mi sembrava tutto troppo. Mi chiedevo: perché il babbo li ha comprati? C’è qualcosa che non va? Leggendoli, poi, mi ritrovavo a pensare: Io a questi signori non piaccio di sicuro. C’era scritto che le cose andavano fatte diverse: bisognava lodarsi, litigare, farsi valere. Vendere. Molti anni dopo, quest’estate entrando in libreria, ho ritrovato quella sensazione.
La sensazione di essere aggredita.
Ora: non sono così critica, come l’illustratore qui sopra, ma: se da una parte questi libri sono sullo scaffale per supportarti nel percorso di consapevolezza, dall’altra, è tutto un: fai quel che c***o ti pare, non farti mettere i piedi in testa, strategie per persone vulnerabili. Come si fa a non sentirsi “mancanti” o, peggio, “ontologicamente sbagliati”? Tu dirai: Cara Mercoledì, c’è un tipo di marketing che fa leva sul senso di colpa, lo sanno pure i sassi.
Ok, d’accordo. C’è dell’altro, allora? Come riusciamo ad uscirne come persone altamente sensibili?
Partiamo dalla Psicologia mainstream (che non è una parolaccia, anzi: serve).
Le dieci cose che fanno le persone consapevoli
Mercoledì l’ha letto su Fattore 1% di Luca Mazzucchelli, libro che consiglia solo agli highly sensitive seekers: non sai se lo sei? clicca qui.
Le persone consapevoli fanno queste 10 cose tutti i giorni. *Per alcuni di noi, già il fatto che si tratti di 10 - tonde tonde - insospettisce. Eppure, sì: c’è bisogno di qualche convenzione, ogni tanto*
Fanno meditazione.
Trasformano i compiti quotidiani in momenti di consapevolezza.
Concentrano l’attenzione sul respiro, senza pensare al passato o al futuro.
Fanno una cosa alla volta.
Scelgono quando non controllare il cellulare.
Sono consapevoli di quello che “introducono nei loro corpi” (citazione testuale, non senza una qualche risatina di sottofondo)
Si concedono di provare emozioni.
Giocano a tutte le età.
Camminano all’aria aperta.
Non si prendono troppo sul serio.
Siamo d’accordo che queste azioni suonano tutte sensate, a livello generale?
Bene. Sappi però che per le persone altamente sensibili non funzionano, così come sono scritte. Perché? Siamo quell* che provano emozioni spesso incontrollate e violente, che si spaventano per un nonnulla, e che, no: non riescono proprio a prendersi meno sul serio.
E allora?
La chiave è: adattare il percorso di consapevolezza a sé e alla propria alta sensibilità. Non il contrario. Vale come con un vestito: dev’essere lui della tua taglia, e non tu della sua.
In tutto questo, ci sono perlomeno due rischi nei percorsi di consapevolezza per le persone altamente sensibili.
Credere che gli altri abbiano sempre ragione. E così: vai di meditazione trascendentale anche se ti confonde, e la gente che hai attorno non c’entra una beneamata con te; daje di musicoterapia, salvo poi avere le orecchie che rimbombano; compriamoci quel libro anche se mi “tratta male”. Finanche: facciamoci andar bene tutto quello che dice il nostro consulente (psi- o non psi-) senza riflettere con attenzione se è davvero la cosa giusta per me.
Mercoledì sa di toccare un tasto dolente, qui. Tutto nasce dalla lettura di questo articolo, che tratta di altro, ma che scoperchia un grosso non detto: anche nei percorsi di psicoterapia qualcosa può andare storto, soprattutto per le persone altamente sensibili. Chi scrive parla di “micro-aggressioni” e momenti nei quali non sono rispettate le scelte esplicite del cliente. Intendiamoci: siamo umani, facciamo tutti errori. Però, Mercoledì si chiede: il tuo consulente ha studiato l’alta sensibilità? E se non l’ha studiata - è recente, ci può stare - é in grado di dirti: “mi documento”, anziché “è una questione dibattuta”? L’ha inserita nei suoi metodi di lavoro? Chiediamocelo e, perché no, chiediamoglielo.
La verità dei percorsi di consulenza - che sono poi i principali vettori di consapevolezza di sé - è che la palla sta comunque e sempre nelle tue mani. Dura lex sed lex. Ma anche: meno male. Chi è il driver della tua consapevolezza, se non tu?
Andare in over-protection. Come persone altamente sensibili, corriamo il rischio di rinchiuderci in un eccesso di protezione dal mondo, di introspezione e di auto-assoluzione costante. Anche noi pestiamo cose e rischiamo di non essere sensibili. La paura di fare tutto questo può costringerci in un angolo di mondo. Veniamo fuori dal buco, ragazz*. Mercoledì - che se ne intende - sa che non siamo noi quelli che corrono il rischio di essere mitomani!
Proviamo, allora, a capire come costruire percorsi di consapevolezza che ci stiano bene addosso.
Le 10 azioni “revised”
Le persone altamente sensibili consapevoli:
Fanno meditazione, ma non con chiunque. Molti studi consigliano la mindfulness alle persone altamente sensibili, questo è certo. Ma: bisogna anche saperne qualcosa di alta sensibilità e, soprattutto, non ci si può improvvisare, principio-cardine di Mercoledì. Qui consigliamo: @LavCostantino. A Mercoledì di lei piace: che pratica introspezione dolorosa, che usa il teatro, e che non ti propone cose quando hai bisogno di altro.
Trasformano i compiti quotidiani in momenti di consapevolezza. Per esempio, iniziando la giornata con il journaling consapevole ed intenzionale, come fa Francesca Deane di @healthybusylife. A Mercoledì di lei piace: che ti fa fare centro su di te, sempre.
Concentrano l’attenzione sul respiro, senza pensare al passato o al futuro. Vedi primi due punti.
Fanno non una cosa alla volta ma nemmeno centomila. L’alta sensibilità può avere correlazioni con: l’ADHD (se non sai cos’è: guarda qui), con alcuni tipi di autismo (sul tema c’è questo), e con la multi-potenzialità che, anche se non è un costrutto psicologico, racconta di comportamenti che potrebbero riguardarci. Per noi, non è proprio possibile dedicarci ad una sola attività alla volta! Può, però, essere utile darsi un limite: oggi quelle 3 cose lì le devo fare; alle X stacco, muoia Sansone con tutti i filistei. I limiti, signor*, ne riparleremo.
Scelgono quando non
controllare il cellularedipendere dalle richieste degli altri per sentirsi amat*. Qui sì, attenzione: non si tratta solo di cellulare e mail, ma di lavorare sul capire perché abbiamo tutto questo bisogno di rispondere alle richieste degli altri per sentire di valere qualcosa. Consiglio questo video per iniziare a lavorarci su. Fa anche molto ridere.Sono consapevoli di quello che introducono nei loro corpi.Mindful eating, partiamo da qui. Sconsigliato alle persone di tipo cognitivo (guarda nei miei post su IG per capire di che tipo sei). Per tutti gli altri, Mercoledì consiglia di seguire una vecchia diretta con @meglioadele sul tema. A Mercoledì di lei piace: il suo percorso di consapevolezza con il diabete di tipo 1, le spiegazioni approfondite, e l’attenzione alla complessità.Accettano
Si concedonodi provare così tante emozioni. Serve dire altro?Giocano
a tutte le etàtutte le sere. Vanna Puviani (psicoterapeuta, che non ha i social ma un sito: www.segnoedisegno.it) consiglia di giocare tutte le sere, in particolare alle famiglie - quindi, a chiunque viva con qualcuno, dice Mercoledì. A carte, un gioco inventato, qualcosa di breve, inventare nomi, trovare forme nelle nuvole. La qualsiasi. Giocare è mindful. E, alla fine, mollare lo smartphone sul divano non è tutta questa tragedia.Camminano
all’aria apertanella natura. Noi altamente sensibili abbiamo più cortisolo degli altri, nel sangue. Percependo più stimoli, è come se fossimo sempre in allerta (vedi qui). Una ricerca recente mostra che non ci basta camminare all’aria aperta: è il contatto di almeno un’ora nella natura a ridurre con maggiore intensità la pressione sanguigna e il battito e a migliorare l’umore. Non so perché, ma questo articolo dice che è meglio farlo in Agosto. Stasera e domani siamo ancora in tempo. Sul cortisolo, invece, c’è ancora del lavoro da fare.Non si prendono troppo sul serio. Su questo Mercoledì è un drago!!!
Ti aspetta nella tua casella mail ogni ultimo mercoledì del mese, più o meno alle diciotto (secondo lei, era quello l’orario in cui Freud e compagni si ritrovavano a parlare dei propri sogni). Se questo primo esperimento ti è piaciuto, condividi la mail con persone con cui ti piacerebbe parlarne. E dì loro di scrivermi l’indirizzo-mail: per ora il sistema di newsletter è ancora un poco artigianale!
Grazie per aver letto fino a qui;)!
Per commenti, basta rispondere a questa mail – e sì, rispondo a tutte le mail.
M(ercoledì)arzia
B) risposta corretta al quiz. (Fonte)
Dalla lettura di Mercoledì.
Joe mi ha detto: “Io ho qualcosa che lui non potrà mai avere”. Io gli ho chiesto: “E cosa sarebbe, Joe?” E lui: “La consapevolezza di avere abbastanza”.
Kurt Vonnegut, Come avere qualcosa che molti miliardari non hanno, 2001