Bene, si è decisə a fare la prima chiamata, ha preso appuntamento. Che cosa succede ora, a te che sei lì accanto?
In questa newsletter, che arriva dopo quella in cui abbiamo visto come fare a mandarcelə:
ti svelo i gradi possibili in cui la terapia individuale può impattare sugli altri;
ti racconto che cosa può succedere a te una volta che CHI VUOI TU va in terapia;
ti dò indicazioni pratiche su come approcciare la questione.
ti regalo una poesia che amo molto - parla di come ci possiamo risollevare, sempre.
Ah, prima di iniziare saluti a Martina e alla sua amica Simona che chiacchierano di Mercoledì e l’ho scoperto per caso in settimana. E grazie sempre a Marilù ed Ester che ci finanziano con l’abbonamento a pagamento.
Vuoi supportare anche tu Mercoledì?
Intanto, ricordiamolo in questi tempi incerti e confusi: certo, tutto il campo dell’aiuto alla persona ha degli aspetti commerciali, ma, hey, le terapie psy guariscono la gente! (Piccolo inciso sulla polemica nata attorno a questo libro)
😇
Che cosa succede se alla fine ci va
Santa Teresa d’Avila - che ha una storia psicologica piuttosto interessante - diceva una cosa che suona più o meno così
Sono state versate più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non esaudite.
Tradotto per quanto ci riguarda: Occhio a desiderare che vada dallo psy, che poi, se ci va, sono c***i tua. Battute a parte, in linea generale, quando CHI VUOI TU va dallo psy, tocca mettere in conto un paio di questioni che riguardano anche te.
L’avevi già intuito qui, vero?
😇
La prima cosa: i primi mesi sono duri
O molto belli, dipende.
Attraverso la terapia CHI VUOI TU ha una possibilità grandissima, fra le mani: quella di rileggersi e di imparare a essere sé stessə con maggior centratura. Di scoprire che nome hanno i funzionamenti psichici che mette in atto, le sue difese. Di che cosa ha paura e cosa gli è successo.
Tutto questo richiede un grande sforzo emotivo e coraggio psicologico (ne avevamo già parlato qui).
Kate e Bridgerton: Com'è una persona quand'è forte?
Tutta la terza stagione di Bridgerton - sesso, cospirazioni e rivelazioni a parte - non fa che porre ossessivamente una domanda: Quand’è che una donna è forte? Poi, sabato mattina, arriva Kate Middleton e spariglia le carte.
😇
La seconda: di sicuro, ci saranno turbolenze
La psicoterapia si fa soprattutto fuori dalla stanza, sperimentando nuove azioni, pensando pensieri e, soprattutto, facendo più attenzione a quello che si prova, quando succedono le cose.
Lo spazio fra una seduta e l’altra - che nel campo sociale si chiama “the other 23 hours” - è tutto psicologico.
Ecco perché ti riguarda: là fuori ci sei tu - con i tuoi dati per scontato, le cose che fai senza pensare e come reagisci a quello che succede. Take care.
D’altronde, andare in terapia, e se ci sei andata lo sai, significa:
provare a capire perché siamo stanchə di come siamo fatti: soffriamo troppo? ce la prendiamo troppo per cose che non dipendono da noi? fa tutto tanto male?
guardarsi con interesse - e non è detto che lo si sappia fare, impegnati come siamo a giudicarci, ad avere paura delle nostre reazioni, ecc.;
sentire quello che sta accadendo dentro e fuori di noi, se proviamo ad aggiustare il tiro;
imparare a dirci cose scomode continuando a volendoci bene, sapendo dosare la necessaria urgenza di chiamare le cose con il loro nome e la tenerezza verso il dolore che potremmo provare;
imparare a tollerare che sofferenza e gioia, disgusto e entusiasmo sono facce della stessa medaglia - superando la paura di fare questo sforzo;
guarire, da dipendenze, pensieri storti o traumi.
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La terza: hai un peso in meno?
Probabile, se la terapia funziona.
Di solito, lo capisci perché gli/le riesci a parlare di tutto, ora, anche degli elementi per te problematici, che magari prima non riuscivi nemmeno a pensare.
Occhio, però: non è detto che funzioni subito o funzioni affatto. La terapia si fa in due e per mille ragioni potrebbe non funzionare. Nella seconda parte di questo post, trovi un paio di indicazioni per capire se lə psy sceltə è quellə giustə.
Perchè (e quanto) paghi lǝ psi
Si chiama DISUGUAGLIANZA PERNICIOSA ed è il motivo per cui l’unica reciprocità possibile con chi si occupa della nostra salute mentale è pagare. Ma quanto paghiamo? Dipende da tanti fattori e - surprise! - può anche cambiare. Come per ogni relazione, infatti, evolve nel tempo.
Torniamo ai pesi. Ne potresti avere due in più.
Anche a te potrebbe essere chiesto di cambiare qualcosa, direttamente attraverso una richiesta esplicita, oppure senza bisogno di dirtelo. E, se lo capisci e se lo ritieni giusto, vedrai che non è così difficile farlo.
Il peso degli altri. Potrebbe essere che chi è accanto a voi non capisca cosa stia succedendo. E chieda conto a te di domande che dovrebbe rivolgere altrove. Cose del tipo:
- Che gli è successo?
Oppure, strizzando l’occhio, ti fanno:
- Va meglio, eh?
Tu sorridi, sorridi sempre.
Che se l’ha superata Beyoncé, ce la possiamo fare tutty.

😇
INDICAZIONI PER STARE ACCANTO quando CHI VUOI TU va dallə psy
Molla il controllo e non chiedere com’è andata, dallə psy.
Lo sa lui e lo sai tu, che sei curiosə. Bene, non eccedere. Quello è uno spazio suo: se e quando vorrà condividere qualcosa, lo farà. Andare dallo psy non è mica verbalizzare la riunione d’ufficio!
Non ricondurre tutto alla terapia, che rischia di essere pesante e ingiusto. E’ anche vero, ti ricordo, che la terapia non è uno scaricabarile. Non si va dallo psy per abdicare alla propria responsabilità. Detto in altri termini: se continua a fare lə stronzə, è perché lo è di sua sponte, non perché gliel’ha detto qualcuno.
Tifa per lui, ma bene. Lascia spazi per pensare, credi nella sua guarigione, co-pensa se ti viene chiesto, rispetta i tempi. Andare in terapia non significa che cambia tutto il giorno dopo.
Pensa a te: adesso, che cosa vuoi? Ce l’hai mandato tu in terapia, d’accordo. E ora, sei pronta a rivedere il tuo ruolo in questa faccenda?
😇
Ah, la poesia: eccola!! Still I rise, di Maya Angelou. Anche se non capisci bene tutto, sentitela, ti cambierà la giornata.
Grazie per aver letto fino a qui! ;)
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M(ercoledì)arzia
Puoi essere animato dal più rigoroso scrupolo di verità, ma non saprai mai se hai colpito il centro del bersaglio. Tutte queste sensazioni sono abbastanza comuni a chi si sottopone a una terapia, e tutto sommato rimediabili.
Emanuele Trevi, La casa del mago, 2023, p. 222